Quanto è organizzato il tuo team di lavoro?
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Come lavorare in team: le basi

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Uno degli argomenti che scalda di più i partecipanti ai nostri corsi riguarda come lavorare in team.

I nostri corsi partono dal migliorare l’organizzazione personale per arrivare a migliorare il lavoro di gruppo. Ogni lavoro, se ci pensi bene, è un lavoro di gruppo perché ogni azione è collegata a quella di un collega.

Uso spesso la metafora dell’orchestra per spiegare gli step dei nostri percorsi. C’è un primo livello che serve a far migliorare ciascun musicista con il suo strumento. Ogni membro dell’orchestra deve esercitarsi per diventare più bravo a suonare. Però questo non basta se si suona in un’orchestra, cioè se si lavora in un’azienda. Serve infatti che gli strumenti siano accordati tra di loro e che tutti sappiano quale sia lo spartito che si andrà a suonare. Inoltre, è fondamentale che tutti i maestri d’orchestra suonino per valorizzare la melodia totale. Cioè il risultato aziendale.

Non basta avere singoli solisti bravissimi ma serve che i membri di un’orchestra condividano ritmo, armonia, melodia, partitura.

Fuori di metafora: non basta avere singole persone in azienda super organizzate (aiuta comunque molto!), ma ogni collaboratore deve condividere obiettivi, strumenti, metodologie e processi.

Se tutto questo è sempre vero, in condizioni di lavoro da remoto diventa ancora più importante. Di seguito alcuni spunti per accordare gli strumenti della tua orchestra.

A volte è solo un problema di comunicazione

Il tema della comunicazione sicuramente è inflazionato e se ne sente parlare in tutte le salse. Però un motivo c’è: tantissimi problemi organizzativi o di performance si possono ridurre a “semplici” problemi di comunicazione. Che tanto semplici poi non sono, in realtà, perché coinvolgono anche la parte emotiva delle persone.

La prima regola da tenere sempre presente è che ogni persona interpreta qualsiasi messaggio a modo suo. Anche il più semplice e lineare. Quindi il corollario di questa prima regola è: non dare mai niente per scontato. Verifica se quello che hai comunicato è stato recepito nel modo giusto.

Se provi a fare dei check potresti renderti conto che il messaggio è stato interpretato in modo diverso dalle tue intenzioni.

Durante la nostra formazione facciamo un gioco molto semplice per dimostrare quanto appena detto. Vuoi provare anche tu? Prendi un gruppo di persone, descrivi loro una qualsiasi immagine e loro la devono disegnare come la capiscono. Alla fine noterai, non tanto che i disegni sono molto diversi dall’originale, ma che sono diversi uno dall’altro. Anche se il messaggio era uguale per tutti.

Fare un passo indietro

Ecco che allora conviene fare un passo indietro e riprendere dai fondamentali, proprio per non cadere nella trappola di dare per scontate le cose.

Prendi i tuoi collaboratori e confrontati con loro sugli aspetti più basici del lavoro per condividere e allinearsi sui pilastri base. Insomma, accorda gli strumenti. Per esempio, sai se sono chiari i ruoli e le mansioni? Sai se tutti sanno cosa fanno gli altri? Magari avete concordato l’uso di alcuni strumenti o delle regole per archiviare i file. Hai la certezza che tutti siano allineati?

Fare un passo indietro è utile anche per rivedere alcune regole o processi. Se ti rendi conto che la maggior parte dei tuoi collaboratori ha difficoltà a seguire le procedure, valuta di semplificare le procedure!

Condividere lo spartito

Un altro tassello fondamentale per lavorare in team è avere la certezza che sia chiaro a tutti dove si sta andando e magari perché. Quindi uno dei nodi cruciali di tutto il ragionamento è avere chiari gli obiettivi.

Peccato che però, avere chiari gli obiettivi non basta. Bisogna anche saperli comunicare (aridaje!) e condividere. Ma anche questo non basta. Devi avere la certezza che le persone che lavorano con te abbiano capito e interiorizzato esattamente quello che intendevi. Nelle orchestre si fanno migliaia di ore di prove. Tu come fai?

Dare e ricevere feedback

Nel lavoro di gruppo è molto importante anche creare le condizioni giuste per darsi i feedback. I feedback positivi incoraggiano e motivano (e anche in questo caso si tende a non darli perché sono scontati). I feedback costruttivi (non chiamarli negativi) servono per migliorare, per imparare dall’esperienza e fare meglio la prossima volta.

Il feedback costruttivo trasforma il costo di un errore in un’opportunità. Lo sanno bene quelli di Netflix.

Anche questo aspetto non è facile perché ha tante implicazioni anche emotive. E un buon leader lavora per costruire un ambiente sicuro e confortevole dove le persone sono a proprio agio con la condivisione e il confronto sincero. Nei nostri corsi, per esempio, diamo tantissimo spazio a questo aspetto.

Formare, coinvolgere e motivare

Ad una visita alla Nasa, è stato chiesto a un addetto delle pulizie quale fosse il suo ruolo. La risposta – forse romanzata – è stata: “faccio andare i razzi nello spazio”. Come a dire: anche il mio ruolo apparentemente marginale, contribuisce a qualcosa di grande.

Riuscire a motivare i propri collaboratori vuol dire poter contare su una forza aggiuntiva che va al di là delle mere competenze tecniche. Ci sono tantissimi modi per motivare i membri di un team, ti ricordo i due principali: coinvolgere e formare. Entrambi agiscono sul far sentire le persone al centro, ascoltate e preziose.

Che percezione hai del tuo team di lavoro? Vuoi testare il livello di organizzazione tua e dei tuoi collaboratori?

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La più tecnologica del gruppo e le piace andare sul pratico. È quella che fa, che propone idee e trova soluzioni. Lavorare con le persone la ricarica ed è qui che dà il meglio di sé. È ironica e ha una simpatia contagiosa.

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