improvvisate<\/strong>, sono un ottimo veicolo di frustrazione, perdita di tempo e avanzamento a singhiozzo delle attivit\u00e0.<\/p>\n\n\n\nNella teoria, tutti conoscono l\u2019importanza di pianificare una riunione in anticipo, definendone bene l\u2019obiettivo e coinvolgendo i partecipanti giusti. Nella pratica pochi lo fanno, tanti lo ritengono una perdita di tempo e poi soffrono la partecipazione a riunioni infinite e inconcludenti e si lamentano di non riuscire a fare niente di<\/strong> utile<\/strong> che non sia saltellare da un meeting all\u2019altro durante tutto il giorno.<\/p>\n\n\n\nChi lavora in aziende con la cultura delle \u201criunioni impazzite\u201d, spesso soffre la frustrazione di avere un\u2019agenda piena di meeting<\/strong> – spesso anche presto al mattino, durante la pausa pranzo e al termine della giornata lavorativa – e non trova neanche un buco nella sua giornata per portare avanti il suo lavoro.<\/p>\n\n\n\nLa giornata lavorativa dovrebbe essere costruita su un giusto bilanciamento tra lavoro collettivo<\/strong>, tra cui anche le riunioni, e lavoro individuale<\/strong>, possibilmente concentrato.<\/p>\n\n\n\nIl problema di non avere riunioni in cui sono stati messi a fuoco gli obiettivi, i partecipanti e soprattutto la durata, tendono a prolungarsi o a concludersi con un nulla di fatto.
Stabilire un numero limitato di argomenti e il tempo relativo<\/strong>, permette di focalizzare<\/strong> meglio le riunioni e di arrivare prima al punto della discussione. \u00c8 importante anche che tutti i partecipanti contribuiscano<\/strong> alla buona riuscita di una riunione nel rispetto dei tempi, non andando fuori tema e non rimanendo spettatori passivi.<\/p>\n\n\n\n3) Distrazioni e interruzioni<\/h3>\n\n\n\n
Il terzo problema che diminuisce la produttivit\u00e0 nei team di lavoro riguarda le innumerevoli interruzioni e distrazioni durante la gior<\/strong>nata di lavoro. <\/p>\n\n\n\nMa in questo aspetto, le persone si fanno spesso lo sgambetto<\/strong> da sole: lavorano sempre con il client di posta aperto e sono pronte a ricevere e leggere ogni mail in arrivo in tempo reale oppure cedono con facilit\u00e0 alle richieste urgenti (che spesso urgenti non sono) di colleghi e collaboratori.<\/p>\n\n\n\nLa vera questione \u00e8 che forse, sotto sotto, a molte persone piace essere cercate e interpellate<\/strong>, e si fanno distrarre volentieri da altre attivit\u00e0 secondarie invece di focalizzare sulle attivit\u00e0 pi\u00f9 importanti, ma spesso pi\u00f9 complesse e faticose.<\/p>\n\n\n\nQuindi da un lato c\u2019\u00e8 la lamentela per le continue interruzioni, dall\u2019altro un senso di importanza<\/strong> derivante dalle continue richieste e da qualche parte anche il piacere di potersi dire sempre molto impegnati e di non avere un minuto, perch\u00e9 si \u00e8 molto gettonati.<\/p>\n\n\n\n4) Urgenze non veramente urgenti<\/h3>\n\n\n\n
Molte persone sono spinte a lavorare seguendo un \u201csenso di urgenza<\/strong>\u201d. Non partendo quindi da quello che \u00e8 importante per il raggiungimento degli obiettivi, ma da quello che \u00e8 insistente e pressante<\/strong>. <\/p>\n\n\n\nIl senso di urgenza, infatti, d\u00e0 una grande motivazione all\u2019azione<\/strong> e molti di noi sono orientati a rimandare le attivit\u00e0 importanti fino a quando diventano urgenti per una scadenza imminente.<\/p>\n\n\n\nQuesto atteggiamento individuale si rispecchia spesso nella cultura aziendale che tende a essere pi\u00f9 reattiva (cio\u00e8 con lo scatto alla risposta) che proattiva<\/strong>. <\/p>\n\n\n\nIl problema di accettare il driver<\/em> dell\u2019urgenza come se fosse una buona pratica \u00e8 che l\u2019approccio \u201creattivo\u201d al lavoro riduce la qualit\u00e0 dell\u2019output<\/strong>, causa stress<\/strong> inutilmente e alla lunga riduce la motivazione<\/strong> delle persone.<\/p>\n\n\n\nDedicarsi sempre alle questioni urgenti ci fa sentire impegnati, ma essere impegnati non \u00e8 la stessa cosa che essere produttivi.<\/p>\n\n\n\n
Attrito vs. Flusso di lavoro fluido<\/h2>\n\n\n\n
La combinazione di queste 4 problematiche ripetute nel tempo producono un crollo della produttivit\u00e0. Invece di renderci il lavoro pi\u00f9 facile e fluido, continuare a reiterare queste dinamiche causa un forte attrito<\/strong> nelle nostre giornate.<\/p>\n\n\n\nTutto \u00e8 pi\u00f9 difficile<\/strong>, richiede tempi pi\u00f9 lunghi e ci troviamo a sollecitare costantemente che le cose vengano fatte.<\/p>\n\n\n\nDover rifare il lavoro vuol dire provocare ritardi e quindi nuove urgenze da gestire sotto stress. E inoltre le persone sentono di non avere il controllo delle loro giornate.<\/p>\n\n\n\n
Quindi il grande sforzo di leader e manager dovrebbe essere quello di spostarsi da una cultura aziendale reattiva<\/strong> – caratterizzata da un perenne senso di urgenza, email a cascata che prendono il sopravvento, da riunioni fiume inconcludenti e – a una cultura aziendale<\/strong> \u201cresponsive\u201d, ovvero “pronta” e preparata<\/strong> a rispondere ai grandi cambiamenti, ma che tiene la rotta senza rimanere in balia degli eventi esterni e delle urgenze. <\/p>\n\n\n\n\n
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Se vuoi lavorare insieme al tuo team per renderlo pi\u00f9 produttivo ed efficace, chiedici informazioni sul nostro percorso formativo.<\/p>\n<\/div>\n\n\n\n