desktop \u00e8 pieno<\/a>, la confusione ti assale appena accendi il computer di prima mattina. E la tua giornata inizia in salita.<\/p>\n\n\n\nQuale \u00e8 l\u2019ultima versione del file?<\/h2>\n\n\n\n
Quante volte ti capita di fare (o farti) questa domanda? Nell\u2019era del \u201cintanto lascio qui\u201d abbiamo perso la capacit\u00e0 di selezionare e quindi di decidere e, nel dubbio, teniamo tutto. Questo comporta una moltiplicazione<\/strong> di file e versioni che si tengono perch\u00e9 \u201cnon si sa mai\u201d. Il risultato \u00e8 che alla settima revisione il nome del file passa da *v7.doc a *def.doc. Peccato che la versione \u201cdef\u201d non \u00e8 mai realmente la definitiva. E quindi nascono le versioni: def2, def3, defdef, ultimissima.def. E quando dopo 6 mesi ti capita di dover riprendere quel file per un progetto simile ti chiedi: \u201cma quale era l\u2019ultima versione del file?\u201d.<\/p>\n\n\n\nUna buona routine di fine progetto<\/h2>\n\n\n\n
Un buon metodo da applicare al termine di un progetto \u00e8 prendere qualche minuto per sistemare i file e le cartelle<\/strong>. Io suggerisco di tenere solo l\u2019ultima versione del file e ripulirla da tutti i nomi pi\u00f9 o meno \u201cdef\u201d. Tutte le lavorazioni precedenti potrebbero essere eliminate, se le circostanze lo consentono, oppure potrebbero essere archiviate in una cartella che si chiama \u201cwork in progress\u201d, oppure \u201cold\u201d, oppure \u201clavorazioni\u201d in modo da conservare tutto lo storico ma senza confondere le idee. Tendenzialmente la regola dovrebbe essere di immaginarti nel futuro quando dovrai riprendere quel file<\/strong>. Come ti puoi aiutare?<\/p>\n\n\n\nCome organizzare i file nel proprio computer<\/h2>\n\n\n\n
Nel frattempo che ci pensi, ti dico come ti posso aiutare io. Mi sono divertita a creare una matrice per aiutare un cliente che aveva bisogno di fare ordine tra i file<\/strong>. Lo condivido qui perch\u00e9 potrebbe essere di aiuto anche a te.<\/p>\n\n\n\n