Quanto è organizzato il tuo team di lavoro?
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Equilibrio vita-lavoro: argina l’overwork e concentrati sulle priorità

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Il lavoro è come l’acqua, vivifica, dà forza a tutto quello che ci circonda, ma se non lo argini dilaga e allaga.

Chi lavora nelle grandi aziende lo sa, il clima competitivo è diffuso.

Se a questo unisci un’inclinazione naturale a raggiungere alti standard o al perfezionismo, attenzione! Puoi provocare veri e propri danni a livello di salute.

Se ci aggiungi l’innovazione tecnologica e lo smart working, che sta indebolendo i confini naturali fra sfera privata e professionale, ecco che il lavoro può facilmente dilagare e invadere quegli spazi e quei tempi che prima non erano intaccati dalla professione. 

E lo so bene io che sto scrivendo questo post di domenica mattina, per esempio!

I rischi dell’overwork

Chi lavora negli uffici del personale sa che lo stress lavoro-correlato è una delle maggiori cause di assenza e malattia dei dipendenti. 

Le ricerche ce lo dicono: 1 italiano su 4 si dichiara stressato, mentalmente o fisicamente praticamente ogni giorno. (“The Workforce View 2020 – Volume Uno” realizzata da ADP)

Ma lo sappiamo anche per esperienza comune. (Ho avuto svariati colleghi ricoverati per burn out e io stessa ci sono arrivata vicino).

Quali sono i sintomi più comuni? Insonnia, nervosismo, demotivazione, depressione, malattie cardiache, disordini alimentari, disturbi gastrici, emicranie tensive…

Ma non bisogna  arrivare per forza al disagio fisico o allo stress mentale.

Trovare un buon equilibrio tra vita e lavoro è fondamentale per rendere la tua vita “significativa”.

E “significativo” vuol dire che dai un significato, un senso a quello che fai.

Che a fine giornata (magari non proprio tutti i giorni, ma almeno complessivamente) sei soddisfatta o soddisfatto di quello che hai fatto, sia al lavoro che a casa.

Che le tue relazioni sono appaganti

Che c’è gusto, interesse e divertimento nella tua vita.

Che il tuo “cruscotto” tutto sommato ti soddisfa. (L’esercizio del cruscotto lo trovi qui).

Cosa puoi fare per ridurre i rischi dell’overwork? Individua i tuoi  “3 non negoziabili”

Il primo motivo per cui finisci per lavorare troppo è perché non hai chiare quali sono le cose più importanti, i tuoi sassi.

E quindi finisci per diventare preda di tutto quello che si presenta all’orizzonte, invece di tenere il focus sulle poche cose che contano.

Insomma non è tanto una questione di tempo, ma di priorità.

E le priorità non negoziabili in fondo sono 3:

  • La cura di sé
  • Le relazioni prioritarie
  • I risultati professionali

1. La cura di sé

Al centro del tuo lavoro, delle tue relazioni, dei tuoi hobbies, della tua famiglia ci sei “tu”.

Detto altrimenti, tu sei lo strumento che non viene mai messo via, nella famosa cassettina degli attrezzi.

Se non ti prendi cura di te, nel senso più ampio del termine, tutte le tue attività professionali o private subiranno un impatto negativo a livello di “performance”.

A volte la cura di sé viene vista come un lusso, un “di più” a cui ti potrai dedicare quando avrai più tempo.

Ma non succederà mai! Non ci sarà mai più tempo!

La cura di sé comprende tutte quelle attività che sembrano non aver niente a che fare con il lavoro e che invece lo rendono produttivo: concedersi un buon sonno, mangiare bene, fare esercizio regolarmente, stare con le persone che ami, dedicarti a hobbies significativi e avere tempo per riflettere.

Prendersi cura di sé ha molti benefici fra cui: energia, vantaggio competitivo e resistenza.

Prenderti cura di te”: lo hai messo fra i tuoi non negoziabili?

2. Priorità relazionali

Cenare con i  familiari, portare i figli a scuola, prendersi cura dei genitori anziani, passare le vacanze con gli amici o il partner, andare a giocare a calcetto tutte  le settimane può essere molto difficile se hai traguardi ambiziosi da raggiungere al lavoro.

Eppure tutte le relazioni hanno bisogno di tempo, non solo di qualità.

È anche la quantità che conta: compleanni, anniversari, saggi di danza o pianoforte, tesi di laurea, addii al celibato, matrimoni. È bello esserci, vuol dire entrare in connessione, creare relazioni.

E allora blocca già le date in calendario, quello che è già messo in agenda è più difficile da dimenticare o tralasciare.

Le ricerche ci dicono che il rimorso più frequente fra le persone che sono alla fine della loro vita è quello di non aver passato abbastanza tempo con i loro cari.

E quindi vale la pena farti questa domanda: quali sono le tue relazioni non negoziabili?

3. Risultati professionali

Che tu  faccia la libera professione, diriga un team o semplicemente ne faccia parte, è importante che tu abbia chiari quali sono i risultati che hai la responsabilità di produrre.

Questo vuol dire identificare le attività che portano ai risultati per cui sei responsabile e quindi organizzare e costruire la tua agenda bloccando il tempo necessario proprio per quelle attività.

Non è semplice, siamo immersi nel mondo del “tutto- troppo-sempre”, ma questo aiuta molto a capire a quali attività dire di sì e metterle nella tua to-do list e quali invece depennare imparando a dire di no.

Ci sono tonnellate di cose interessanti e di valore, ma “optional”, che arrivano sulla tua scrivania tutti i giorni.

Se hai bloccato la tua agenda con le attività chiave, quelle “optional” potranno essere più facilmente lasciate andare.

Quali sono i tuoi “non negoziabili” a livello professionale?

I tuoi “non negoziabili” sono la bussola  per migliorare il tuo work-life balance.

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Del team è quella metodica, disciplinata e riflessiva. Ha fatto dell’organizzazione uno stile di vita e del decluttering una filosofia per vivere meglio e più felice. Ha un grande dono: fa le cose senza fretta, ma velocemente.

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