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Internet down: se internet si spegnesse

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Recentemente ho letto “Il Silenzio“* di Don De Lillo: in un mondo post pandemico in cui si inizia a ritrovare il gusto per la “normalità”, di colpo si verifica un altro evento totalmente improvviso e imprevisto. La tecnologia digitale smette di funzionare e il mondo intero si ritrova immerso in un surreale silenzio. Nessuna comunicazione è più possibile, tutti gli schermi diventano neri e di colpo tutto quello a cui siamo abituati sparisce senza lasciare traccia.

Più volte durante la lettura mi sono chiesta come reagirei io o come reagirebbe il mondo che conosco davanti a un evento del genere. Cosa faremmo prendendo coscienza che tutto quello che abbiamo dato per scontato e che dà il ritmo alla maggior parte delle nostre attività non ci sia più?

Le ripercussioni sarebbero ampissime e non sono sicura di riuscire a immaginare ogni scenario possibile.

Internet down

Mi rendo conto però che nel nostro mondo iperconnesso, dove le informazioni circolano rapidamente e capillarmente, un internet down di quella portata, porterebbe all’isteria collettiva.

A giugno 2021 decine dei maggiori siti tra cui Amazon, Reddit e Paypal, sono rimasti irraggiungibili circa un’ora per un disservizio del cloud a cui si appoggiano. Nonostante le connessioni siano state ripristinate in tempi brevi, il disservizio ha provocato numerosi disagi e problemi: gli utilizzatori non potevano più usufruire dei servizi, le aziende hanno subito colpi di tipo economico e finanziario, nonché un’esposizione a possibili attacchi hacker.

Anche se una parte di internet era spenta, nell’altra le informazioni sulle cause dell’internet down e sul ripristino del servizio circolavano rapidamente. In tempi brevi tutto è tornato a funzionare.

Nel mondo che racconta De Lillo tutti i programmi sono interrotti e la connessione non c’è più per nessuno. Un bel colpo per un mondo immerso nel sovraccarico informativo non poter accedere più neanche a un contenuto, a una rassicurazione, a una comunicazione.

Ho immaginato me stessa reagire come una scheggia impazzita a correre dal modem al computer al telefono per capire il problema, se fosse solo mio e cosa fare per tornare subito in pista, sperimentando una sorta di FOMO (Fear of Missing Out), cioè quella sindrome per cui ti sale l’ansia di rimanere fuori dal mondo e di perderti tutto.

Un’ansia sociale diffusa e moltiplicata per tutti gli abitanti del pianeta che contemporaneamente piombano nel silenzio della disconnessione definitiva.

Disconnessione: sogno o incubo

Dopo questo ultimo anno e mezzo di lavoro a distanza più o meno forzato, è stato riconosciuto ai lavoratori in remoto il diritto di disconnettersi dalla strumentazione tecnologica per garantire i tempi di riposo ed evitare condizioni di iper-connessione.

Tuttavia, le nostri abitudini digitali degli ultimi decenni rendono quasi impossibile sfruttare pienamente questo diritto.

Anche se spegniamo il computer di lavoro, ci ripromettiamo di non guardare più la posta dopo una certa ora e abbiamo il diritto di non rispondere ai messaggi fino al giorno dopo, avere il nostro smartphone incollato alla mano fino all’ora di andare a dormire, ci espone a continue richieste esterne difficili da ignorare. Praticamente è come se decidessimo di non mangiare dolci e andassimo tutti i giorni in pasticceria.

Quindi da un lato abbiamo bisogno di disconnetterci e invochiamo il rispetto di questo diritto, dall’altro non siamo più in grado di rispettarlo veramente neanche noi, mettendoci davanti continui ostacoli e tentazioni.

E se succedesse d’ufficio? Panico!

Il lavoro in tempi remoti

Eppure fino a poco più di 20 anni fa riuscivamo a cavarcela benissimo anche senza 8G, senza connessione iper-mega-veloce e addirittura trovavamo la strada senza navigatore.

Anche lavorare in un mondo pre-internet, mi dicono, era possibile e aveva addirittura qualche vantaggio.

E allora, per puro esercizio di stile, trascurando la complessità delle implicazioni a livello globale, ho provato a pensare ai vantaggi e agli svantaggi che avremmo se ci trovassimo a lavorare definitivamente senza internet.

Disconnessione totale: vantaggi e svantaggi

Ho raccolto alcuni dei principali svantaggi, secondo me:

La tecnologia è stata la salvezza nell’ultimo anno in cui l’unica possibilità era quella di lavorare a distanza. La connessione H24 ci ha permesso di fare un balzo in avanti nell’uso della tecnologia e nel cambio di mentalità che in condizioni normali avrebbero richiesto molti più anni di rodaggio. Chiaramente non ha funzionato tutto e ci sono ancora tante cose da mettere a posto, ma il primo passo per smantellare la mentalità diffusa del “non si può fare” è stato fatto.

Rinunciare a questa opportunità sarebbe fare un enorme passo indietro.

  • Sarebbe impossibile accedere alle informazioni in tempo reale

Una delle più grandi comodità dell’essere sempre connessi è che qualsiasi ricerca e informazione sia a portata di clic. Oggi grazie alla connessione possiamo sciogliere tantissimi dubbi e risolvere piccoli problemi in pochi minuti.

Non avere più questa possibilità limiterebbe la nostra conoscenza a quello che possiamo ricordare immediatamente. La ricerca del resto richiederebbe uno sforzo che non siamo più abituati a fare e soprattutto costerebbe un tempo infinito che nessuno di noi sembra più avere.

  • La comunicazione sarebbe troppo lenta

Dovremmo affidarci a comunicazioni di persona, a riunioni, o al passaggio di documenti cartacei. Qualche telefonata si salverebbe, ma esclusivamente su linea fissa. E poi non ci sarebbero più loro. Amate, odiate, incessanti, invadenti, eppure senza email la comunicazione di lavoro diventerebbe molto farraginosa e complicata.

“Niente e-mail. Provate a immaginarlo. A dirlo. Sentite l’effetto che fa. Niente e-mail.” (da Il Silenzio, D. De Lillo)

Tra i vantaggi:

Non avremmo più contemporaneamente occhi e mani su email, chat, videocall e documenti di Word.

Probabilmente avendo meno stimoli esterni potremmo dedicarci al lavoro con più attenzione e riusciremmo a lavorare in maniera più focalizzata, portando a termine dei lavori più completi accurati.

  • Saremmo meno stressati

Probabilmente il tempo sarebbe sempre poco per fare tutto quello che dobbiamo fare, però avere meno stimoli sicuramente aiuta a ridurre lo stress e la frenesia di dover passare da un’attività all’altra e di essere continuamente sollecitati da richieste esterne e a tutte le ore.

Avremmo scadenze, ma probabilmente riusciremmo a tenere a bada la frenesia e la sensazione di dover fare tutto contemporaneamente.

  • Maggiore pianificazione

Senza internet non si potrebbe più fare tutto all’ultimo minuto, ci si dovrebbe organizzare e selezionare quello che si riesce a far stare in una giornata. Rendendosi finalmente conto che in 24 ore non ci può stare tutto quello che cerchiamo di incastrare ora.

  • Ci sarebbero “tempi morti”

Questo apparentemente potrebbe sembrare più uno svantaggio, ma credo che avere dei momenti che non si possono più riempire con lo smartphone o con altri dispositivi ci regalerebbe del tempo veramente nostro. Potremmo riposarci, far depositare le idee, averne di nuove, e sviluppare la nostra creatività per superare la noia e il senso di vuoto.

Il mondo iperconnesso in cui siamo immersi ci dà grandi possibilità e allo stesso tempo ci ha illuso che, poiché le informazioni viaggiano a una velocità stratosferica, la stessa rapidità può essere applicata facilmente alle nostre azioni e ai nostri pensieri.

Ma dobbiamo essere anche consapevoli che viaggiare a una velocità che non è la nostra, ha un grandissimo costo: lo stress a cui siamo sottoposti quotidianamente.

Abbiamo bisogno di disconnetterci e non siamo in grado di farlo, perché ci sembra di perderci sempre qualcosa e di rimanere indietro.

L’ideale sarebbe non dover aspettare l’apocalisse tecnologica per sfruttare alcuni piccoli vantaggi della disconnessione e acquisirli come buone abitudini già da oggi. Non è facile, ma è possibile.

È arrivato il momento di cambiare le tue abitudini digitali? Scrivici!

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