Il mondo si divide in due.
Chi sa dare e ricevere feedback e chi no.
Chi lo sa fare sviluppa relazioni ad alto impatto, apprende, evolve. Lavora e vive meglio.
Chi no, rimane fermo, si lamenta e quando le cose vanno male dà la colpa agli altri.
Ci sono molti motivi per imparare ad usare questo strumento e oggi ne vediamo 8.
Ma cosa vuol dire feedback?
Non ho mai trovato una parola italiana che traducesse bene il termine inglese feedback.
Nel linguaggio tecnico-scientifico si parla di “retro-azione”, in ambito psicologico si usa il temine “restituzione” o altrimenti troviamo il più che generico “riscontro”.
Ma non è la stessa cosa.
Feedback. Dall’inglese “to feed”, nutrire, e “back”, indietro.
Feedback è un’informazione di ritorno che nutre chi la riceve.
Per esempio, quando mia mamma fa il risotto ai frutti di mare mi chiede “Com’èèèèèè?” e io le rispondo: “Buono”, non la sto “nutrendo”.
Non la sto aiutando. Non le sto dando un vero feedback.
Mentre se le dico: “Buono, ma è un filino salato e i gamberetti sono rimasti un po’ duri. La cottura è perfetta e le seppie sono tenerissime“ lei avrà delle informazioni utili e specifiche che potrà usare per ottenere un risultato migliore la prossima volta.
E questo è valido non solo con la mamma, ma anche al lavoro, con capi, colleghe, direttrici e collaboratori.
Nella nostra formazione inseriamo dei laboratori dedicati proprio a questo argomento per promuovere la cultura del feedback in azienda.
Il feedback in azienda – A che cosa serve un feedback
Il senso del feedback è nutrire chi lo riceve.
Vuol dire dare informazioni preziose che possono essere utili a modificare e migliorare quello che stiamo facendo, dicendo o pensando.
Soprattutto se lavori in team questo è fondamentale.
Perché lavorare vuol dire mettere in fila progetti e attività per raggiungere il risultato desiderato, che sia la produzione di un bene o di un servizio.
E quando la squadra è numerosa, è tutt’altro che scontato riuscire ad andare allo stesso ritmo e mantenere uno standard omogeneo nel perseguire gli obiettivi.
Sia dare che ricevere feedback è tutt’altro che facile. Ma è indispensabile, perché agevola molto la comunicazione e riduce gli attriti fra le persone.
Le funzioni del feedback
Le funzioni del feedback sono tantissime, ma oggi ne vediamo solo 8
1. Premiare una persona, un gruppo o un comportamento
Per esempio una collaboratrice, un collega o la tua responsabile ti hanno fornito indicazioni preziose per completare un report e la loro sollecitudine ti ha permesso di rispettare le scadenze.
Diglielo.
Faglielo sapere: “Grazie Carla, l’analisi sulle percentuali di sconto che mi hai fatto avere in poche ore, mi ha aiutato a fare un report completo e consegnarlo per tempo al cliente. Se non fossi stata così veloce, da sola non ce l’avrei mai fatta. Ti offro da bere!”
2. Rinforzare un comportamento “vincente”, un comportamento che funziona.
“Ti ho osservato oggi con quel prepotente di Rossi. La tua capacità di mantenere i nervi saldi ci ha permesso di chiudere al prezzo che volevamo. Complimenti davvero, Paolo! È un bell’esempio anche per gli altri”.
Probabilmente Paolo sa di avere la capacità di non scomporsi troppo di fronte a clienti difficili ed essere bravo a negoziare, ma adesso sa che lo sai e lo sanno anche gli altri.
3. Aumentare la sensazione di autostima /autoefficacia di chi riceve il feedback
“Oggi hai condotto la riunione in modo fantastico. Agenda e tempi rispettati, tecnologia funzionante. Partecipanti attenti e coinvolti. Che bel passo avanti!”
Quando ricevi un feedback così sai finalmente di aver fatto bene e torni a casa più felice. O no?
4. Correggere e ri-orientare comportamenti che non funzionano
“Le immagini che hai scelto per la presentazione di oggi mi sembrano poco inclusive e abbiamo chiuso troppo in anticipo. Potevamo utilizzare i minuti restanti per dare altre informazioni. La prossima volta meglio calcolare bene i tempi e cronometrare gli interventi. Cosa ne pensi?”.
Ecco, probabilmente la prossima volta farò una scelta più oculata delle immagini e mi farò lo scrupolo di provare col timer quanto dura la presentazione per non correre il rischio di rimanere a corto di contenuti.
L’improvvisazione non sempre funziona. Anzi quasi mai.
5. Aumentare le opzioni di comportamento
Quanto volte sei preda dei tuoi schemi mentali e hai in mente un solo tipo di reazione?
Tantissime.
Ascoltare la tua responsabile che dice: “Vedo che le persone sono poco coinvolte nel progetto, si siedono e aspettano solo le tue istruzioni da eseguire. Perché non provi a chiedere a loro di trovare delle idee? Oppure potresti provare un nuovo fornitore che ci faccia delle proposte completamente diverse da far votare a loro. Cosa dici?” potrebbe darti l’occasione di riflettere sui tuoi automatismi. E darti la spinta ad agire in modo diverso.
6. Conoscere e farmi conoscere
“Ho apprezzato la severità delle tue parole” oppure “Ho osservato una certa morbidezza nei tuoi toni, rispetto ad un fatto così grave. Cosa ti pare? ” .
Dare un feedback è sempre un atto coraggioso.
Vuol dire venire allo scoperto, esprimere il tuo punto di vista.
Vuol dire farsi conoscere e sentire cosa hanno da dire gli altri.
Osservare le loro reazioni e conoscere chi abbiamo davanti.
Davvero una grande opportunità di ampliare le tue conoscenze.
7. Creare ambienti di lavoro aperti al cambiamento dove apprendere è all’ordine del giorno
Utilizzare il feedback quotidianamente crea una vera e propria “cultura”, un ambiente dove scambiarsi informazioni nutrienti diventa la norma e l’azienda è una palestra naturale.
E questo vuol dire principalmente saper usare un linguaggio adeguato ed essere in grado di ricevere feedback di qualsiasi tipo senza perdere equilibrio emotivo e senza offendersi.
Le relazioni diventano più intense e gratificanti, migliorano i rapporti tra i collaboratori e di conseguenza il clima organizzativo.
Cosa vuol dire in pratica? Che in riunione, per esempio, puoi esprimere le tue idee con educazione, ma senza freni e inibizioni.
E gli altri sono disponibili ad ascoltarle senza sentirsi attaccati o offesi.
8. Crescere personalmente e professionalmente
Saper dare e ricevere feedback ha molto a che fare con l’avere una mente dinamica.
Vuol dire sviluppare un’abitudine all’ascolto profondo degli altri ed essere disponibili ad agire in modo diverso.
Vuol dire smettere di dire “non sono capace”, per dire “non sono ancora capace”.
È il motore della crescita, nella vita come nel lavoro.
Tutto è feedback
Tutto è feedback se ci pensiamo bene.
Una risposta o una non-risposta.
Invito un amico a cena e non mi risponde. Potrebbe essere un feedback sul tipo di relazione o sulle sue abitudini comunicative.
Un’azienda ha un fatturato basso nonostante un prodotto di alta qualità. È un feedback da analizzare con attenzione, potrebbe essere un problema di comunicazione, di packaging o di target.
In questo senso tutto può essere un feedback.
Ma quello che impariamo ad esprimere verbalmente con un linguaggio adeguato, sostenuto da un tono rispettoso del contesto e delle persone che abbiamo di fronte è davvero uno strumento potente.
Il feedback è come un navigatore
Il feedback è un po’ come il navigatore. Ti restituisce la posizione rispetto agli obiettivi stabiliti.
Per questo è importante imparare ad usarlo con una certa continuità e non solo alla fine del viaggio per capire se siamo arrivati a destinazione oppure no.
Se ti interessa introdurre il feedback nella tua azienda come strumento di crescita organizzativa, professionale e personale guarda il nostro percorso.