Se stai lavorando da casa senza avere chiari i tuoi obiettivi, quelli del tuo team e quelli della tua azienda non stai lavorando in smart working.
Hai semplicemente portato il pc a casa.
Per lo smart working la tecnologia digitale è indispensabile. Quella mentale anche.
Tradotto: gli obiettivi devono essere chiari e condivisi.
Tu ricevi fiducia, compensi, premi e sicurezza in cambio di risultati, autonomia, impegno e motivazione nel lavoro che fai.
Definire e condividere gli obiettivi non è uno scherzo.
C’è ancora un gran lavoro da fare.
A tutti i livelli.
1. “New Normal”: lo smart working è qui per restare
Prima del 2019 in Italia le persone che lavoravano in smart working erano circa 570 mila.
Tra il 2020 e il 2021 quelle che hanno lavorato in smart working nel periodo di emergenza sono state più di 7 milioni.
Nel “new normal”, le persone che saranno coinvolte stabilmente nel lavoro agile, anche se in modalità diverse, secondo l’Osservatorio smart working del Politecnico di Milano, saranno più di 5 milioni.
Per l’Italia è un bel salto, se pensiamo che fino al 2019 eravamo fra gli ultimi in Europa.
Ma lo smart working è qui per restare ed è un’ottima occasione per fare dei passi avanti.
Della tecnologia digitale, indispensabile per questa modalità di lavoro, non mi occupo.
Voglio parlare invece di quella mentale, necessaria per un giusto approccio allo smart working, ovvero della necessità di avere obiettivi chiari, obiettivi S.M.A.R.T.
2. Stabilire obiettivi S.M.A.R.T.
Rimango sempre impressionata durante i nostri corsi di formazione dal numero di persone che non conoscono gli obiettivi S.M.A.R.T.
Ne ho scritto a lungo, ma leggere o sapere non basta. Bisogna sviluppare il giusto mindset.
Ma soprattutto bisogna mettere in pratica: abituarsi a dare e ricevere obiettivi che siano specifici, misurabili, raggiungibili, significativi e definiti nel tempo.
Deve diventare un automatismo sia per il management che trasferisce gli obiettivi, che per gli operativi che li ricevono.
Se stabilisci obiettivi che non sono SMART difficilmente saranno raggiunti.
Se ricevi obiettivi che non sono SMART, difficilmente li raggiungerai. Quindi fermati e chiedi.
3. Obiettivi e risultati chiave: è importante essere specifici
Qual è la cosa più difficile degli obiettivi S.M.A.R.T.?
Essere specifici.
Essere specifici (anche in molte altre questioni) è maledettamente difficile.
La cosa importante infatti, non è solo definire gli obiettivi, ma anche i “risultati chiave” che vuoi ottenere.
Gli obiettivi indicano la direzione, i risultati chiave invece sono degli indicatori che ti dicono chiaramente che l’obiettivo è stato raggiunto.
Facciamo un esempio.
Un obiettivo di business potrebbe essere: diminuire il numero di reclami da parte dei clienti.
I “risultati chiave” potrebbero essere: diminuire del 25% i reclami dell’ultimo semestre nei prossimi 6 mesi e arrivare nei prossimi 12 mesi ad una percentuale totale di reclami pari al 10% dell’anno passato.
Chi non è abituato a settare i propri obiettivi rischia di essere troppo vago, e quindi di perdere focus e impatto.
Specialmente su un team che lavora da remoto.
4. Condividere “il perché”
Sentiamo parlare di motivazione tutti i giorni, come se fosse un tesoro da scoprire. Nascosto 30 mila leghe sotto il mare. Ma spesso non è così.
La motivazione è il “motivo all’azione”.
Dimmi perché devo contribuire a far diminuire del 25% i reclami dell’ultimo semestre.
“Perché, per esempio, in questo modo la nostra azienda potrà risparmiare 40 mila euro di spedizioni aggiuntive, rimborsi, spese legali, e straordinari del customer service.
In questo modo crescerà in affidabilità aumentando la sua reputazione on line e off line.
In questo modo sarà più facile fidelizzare i clienti già esistenti e acquisirne di nuovi.”
Quando mi fai capire il perché, anche la mia motivazione (il motivo all’azione) cresce.
5. Connettere le persone con il “quadro generale”
Mentre lavori da casa può essere più difficile sentirti in connessione con i valori dell’azienda.
Lontano dalle interazioni quotidiane con colleghe, collaboratori e manager, può capitare di perdere la sensazione di “comunità”.
E in più, senza vedere cosa stanno facendo gli altri membri del team, spesso è difficile capire come si incastra il tuo “pezzo”, il tuo ruolo, all’interno del quadro più grande.
È facile perdere “the big picture”, come dicono gli inglesi e sentirsi scollegate, scollegati.
Avere un quadro generale, costante, sempre aggiornato, con appuntamenti regolari, bacheche digitali come Trello che ti fanno capire dove sei e qual è l’avanzamento del team sul progetto è un modo efficace per riuscire a organizzarti meglio e stabilire le priorità.
Mini to do-list per lavorare smart
Ecco quindi la mini to-do list in 5 punti per iniziare davvero a lavorare smart:
- Sfrutta lo smart working come un’opportunità per migliorare il tuo modo di lavorare
- Abituati a stabilire obiettivi S.M.A.R.T.
- Utilizza obiettivi specifici ed evidenzia i “risultati chiave”
- Condividi “il perché” e farai crescere la motivazione
- Connetti le persone al “quadro generale”
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