Ebbene sì, siamo in quel momento dell’anno dove l’energia è ai minimi storici. Hai tirato per tanti mesi quasi senza rendertene conto perché le routine invernali e gli orari legati alla scuola scandiscono il tempo. E non ci sono molte alternative: devi trottare.
Ora le giornate si allungano e sembrano non finire mai e il primo caldo ti sfianca. E non capisci come mai vorresti dormire appena ti appoggi da qualche parte. O per lo meno, a me in questi giorni sta proprio succedendo così. Do la colpa al primo caldo e al fatto di aver macinato ore di formazione e chilometri di strada per tanti mesi.
Il diritto alla stanchezza
Lo dicono bene Gancitano e Colamedici durante la promozione del loro libro “Ma chi me lo fa fare?” tanto da coniare una nuova parola: alla domanda “come stai?” si risponde con un’unica parola, tutta attaccata: “benestanco/a”. Cioè stiamo bene di salute, ma siamo tutti e tutte stanchi morti. È un sentire comune perché siamo tutti e tutte sulla stessa barca. Una barca che ha il motore a mille, che consuma un sacco di gasolio e inquina il mare, senza portarci veramente da qualche parte. Quindi si corre tanto, ma per la maggior parte del tempo si corre per inerzia e non realmente verso qualcosa. E quindi arriviamo a questa parte dell’anno dove vorremmo essere sì su una barca, ma in rada a prendere il sole. Fermi in mezzo al mare con il solo scopo di non fare niente se non galleggiare.
Ma ci si può veramente fermare?
Le vacanze e l’ammollo in acqua sono ancora lontani per la maggior parte delle persone. E la vita e il lavoro richiedono comunque ancora la tua presenza, lucida e produttiva. Ma è difficile attingere a lucidità e produttività quando il livello dell’energia è sotto il livello di guardia. Anche se non puoi ancora tirare il fiato del tutto, chiediti se puoi comunque rallentare e prenderti qualche ora solo per te.
Non tutta la stanchezza vien per nuocere
Questo momento può insegnarti una competenza fondamentale: saper selezionare. Se non hai l’energia per affrontare tutto è fisiologicamente impossibile star dietro a tutto e diventa quindi necessario prendersi del tempo per sé. Avrai quindi meno tempo per fare le cose che devi fare. Ecco che entra in gioco la capacità di sapere selezionare le cose con priorità maggiore o le cose più importanti. Quando sei in ballo non hai nemmeno il tempo per chiederti se quello che fai è importante o urgente, fai tutto, magari di corsa, ma fai tutto. Imparare invece a ragionare per priorità ti permette, in questo periodo, di selezionare scrupolosamente le attività da fare (e rimandare le attività meno importanti) e imparare a farlo anche per i prossimi mesi (dicendo magari qualche no alle richieste altrui e qualche sì alle tue esigenze).
Tempo perso vs tempo investito
Lo so che l’idea di fermarsi, riposarti o staccare per qualche ora ti sembra impossibile con tutte le cose che devi fare. Ma devi ammettere che arrivare al limite non è proprio una buona idea. Chi studia il burnout paragona il fenomeno attraverso il serbatoio di benzina: se non fai attenzione alla spia della riserva, rischi di rimanere a piedi. E a cosa è servito fare quei chilometri in più se poi ti fermi in mezzo alla strada? Meglio fermarsi prima, fare il pieno e continuare il viaggio. La stanchezza che senti è un po’ come la spia della riserva che ti sta dicendo: guarda che tra un po’ rimaniamo a piedi.
Ecco che allora il tempo che prendi per te è un tempo prezioso che serve a riempire il tuo serbatoio. Dormire un’ora in più o metterti a leggere un libro o fare una bella passeggiata è come fermarti a fare benzina. Avrai meno tempo per fare le cose ma più energia per farle. Tempo ed energia vanno a braccetto e questo è un momento d’oro per ricordarselo o diventarne consapevoli.
E se ti senti in colpa a pensare di prenderti qualche ora durante la settimana, chiamami che ti convinco che è l’unico modo per sopravvivere. E ti racconto come ho deciso di investire il tempo per me in questo mese.