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matrice del feedback

La matrice del feedback

matrice del feedback
matrice del feedback

La matrice del feedback è uno schema. E a me piacciono gli schemi.

Perché semplificano.

Sono il primo gradino di ragionamenti più complessi, che puoi fare una volta che hai le basi.

Anche per il feedback è così.

Il feedback è un argomento complesso, ma volendo semplificare ne esistono 4 tipi.

E li vediamo insieme in questo post.

Ma prima di tutto che cos’è un feedback?

Per chi si è perso la puntata precedente il feedback è una parola inglese difficilmente traducibile in italiano.

È una parola ampia, che potremmo tradurre come “informazione di ritorno che nutre chi la riceve”.

E parlo di informazioni preziose, utili a chi lavora (ma non solo), che permettono di arrivare agli obiettivi definiti, con maggiore facilità e fluidità.

Saper dare e ricevere feedback ha molte funzioni, per esempio premiare una persona, un gruppo, un comportamento, correggere e ri-orientare comportamenti inefficaci, aumentare le opzioni di comportamento.

E se vuoi capire meglio a cosa serve un feedback clicca qui.

Feedback positivi (di rinforzo) e negativi (migliorativi)

Mi piacciono gli schemi dicevo.

Perché semplificano.

E per cominciare a semplificare vorrei dividere i feedback in 2 macrocategorie.

Quelli positivi e quelli negativi.

Per positivo, o di rinforzo, intendo un feedback che premia, che approva, che dà un apprezzamento.

Sono di solito dei complimenti, che lodano, elogiano.

Per “negativo” o migliorativo intendo un feedback che mette l’accento su qualcosa che non va tanto bene e che potrebbe o dovrebbe essere migliorato.

Con un feedback negativo comunico disapprovazione e probabilmente chiederò una correzione.

Sono tutte e due molti utili.

Quelli positivi, di rinforzo, ti informano che la direzione è quella giusta, il tuo comportamento o la tua azione sono quelli giusti. Puoi andare avanti così.

Quelli “negativi”, di miglioramento, ti fanno suonare un campanello di allarme, c’è qualcosa che non va, ci vuole più attenzione e impegno.

Feedback generici e specifici

Puoi dividere i feedback anche in altre 2 macrocategorie, quelli generici o quelli specifici.

Il feedback generico non contiene informazioni oggettive, facilmente osservabili e difficilmente opinabili. Di solito sono giudizi che hanno dentro delle generalizzazioni.

Per esempio: Non capisci mai niente, Uh che pasticcione, Sei sempre troppo timido, Ottimo! , Ottima osservazione. Come al solito, un gran bel lavoro, Sei una grande!

Il feedback specifico al contrario contiene delle informazioni precise, scende in dettagli che possono essere facilmente osservabili e descrivibili.

Per esempio: Il tuo report non va bene, manca completamente di dati e non ci sono esempi. Complimenti sei riuscita a sintetizzare tutto in un paragrafo e ci hai messo dentro anche un esempio.

Arrivare in ritardo dal cliente e senza il campionario è un errore grave, da evitare assolutamente. Quello che apprezzo nel tuo rapporto coi clienti è che arrivi in anticipo, hai il materiale a disposizione e parti sempre dal prezzo più alto.

La matrice del feedback

Quindi se ordiniamo i feedback su due assi, uno per quelli “generici e specifici” e un altro per quelli “positivi e negativi” otteniamo una matrice.

Che è uno schema base di riferimento che li ordina in quattro macrocategorie:

I feedback generici sono più facili da usare e sono sicura ti capita spesso di utilizzarli anche in modo spontaneo e inconsapevole.

In famiglia, con gli amici o al lavoro con i colleghi o i collaboratori.

Molto più difficile invece saper utilizzare i feedback specifici, sia quelli positivi che negativi.

È una vera e propria skill.

Una competenza puoi apprendere e allenare, per  lavorare smart.

Il feedback è uno strumento di precisione

Il feedback è uno strumento di precisione che produce risultati sorprendenti soprattutto per chi lavora in team.

Se ti interessa introdurre il feedback nella tua azienda come strumento di crescita organizzativa, professionale e personale

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Del team è quella metodica, disciplinata e riflessiva. Ha fatto dell’organizzazione uno stile di vita e del decluttering una filosofia per vivere meglio e più felice. Ha un grande dono: fa le cose senza fretta, ma velocemente.

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